Nel mese di gennaio venivano
pubblicate ed affisse alla porta comunale, alla cancelleria comunitativa e alle porte
delle parrocchie, le notificazioni a stampa per larruolamento dellanno
corrente nelle quali si richiamavano i nati venti anni prima a presentarsi agli uffici
comunali o ai parroci per iscriversi nei ruoli. Le operazioni erano rese più complicate dalla mancanza dei registri di
stato civile e spesso anche dei registri dei battesimi che avrebbero potuto fornire dei
dati certi; così ci si affidava agli stati delle anime, registri che
venivano compilati dai parroci durante le visite dellacqua santa e che
riportavano i dati forniti dalle famiglie affidandosi al loro, spesso incerto, ricordo.
Successivamente si faceva un raffronto tra gli stati delle anime e le note di
coloro che si erano presentati spontaneamente alla leva per formare i ruoli dei
richiamati.
A partire dal 1837 (anche se la circolare a
stampa che detta la disposizione al riguardo è del 18 gennaio 1839), prima della
formazione del ruolo definitivo delle reclute, veniva redatta una lista alfabetica dei
giovani che per la loro età avrebbero dovuto essere compresi nellarruolamento
dellanno corrente, divisa in tre diverse categorie: la prima comprendeva gli
individui morti, la seconda i non più residenti allinterno del comune e la terza i
veri e propri coscritti. I verbali delle deliberazioni della Deputazione sopra
l'arruolamento militare della Comunità di Vinci degli anni 1838, 1839, 1940,
1941, 1942 (ASCV., pre-unitario, VIII, 320-321) non si limitano soltanto ad indicare il
numero degli appartenenti alla prima e seconda categoria ma ne stilano gli elenchi
fornendo i nomi ed i cognomi, il giorno della nascita e, per la prima categoria, quello
della morte che possono essere un valido aiuto, assieme agli stati delle anime
inviati dai parroci, per lo studio della popolazione della Comunità in un periodo in cui
non esistono i registri dello stato civile.
A questo punto, venuti a conoscenza,
mediante la ministeriale della Direzione Generale dellarruolamento militare, del
numero delle reclute assegnato alla comunità da somministrare alle bandiere, si
procedeva alla vera e propria operazione di reclutamento che avveniva o per tratta o per
tassa.
Per gli arruolamenti dal 1830 al 1842,
venne adottato il metodo della tassa: si acquistava una recluta per mezzo di un premio
a spese di tutti i compresi nelle liste. Le spese per il premio alla recluta che si
"offriva" di presentarsi alle bandiere,ammontante a circa 350 lire, e i
costi delle operazioni di leva, venivano sostenute da tutti i coscritti che erano tassati
in base alle loro possibilità economiche. Si stabilivano così delle classi di
contribuzione in base al censo dei reclutati. La spiegazione delladozione
di questo metodo è fornito dalla stessa Deputazione nei verbali per larruolamento
degli anni 1832 ( «La deputazione deve prescegliere ed adottare quel sistema che
reputerà il più opportuno ad ottener lintento di somministrare il contingente
suddetto col minor disturbo delle famiglie e minor danno della società [..]») e
del 1839 ( « [..] considerato che adottando il metodo della tratta sarebbe a molti di
dispiacere oltre che non si eviterebbe il caso di vedere privata qualche famiglia colonica
del migliore sostegno con danno gravissimo dellagricoltura»).Lassegnazione
delle tassa era annunziata al pubblico con Editto Pretorio dando poi ai tassati il tempo
necessario (generalmente un mese) per pagare le rispettive quote nelle mani del camarlingo
comunitativo; spirato detto termine, ai morosi veniva commesso un nuovo avviso per il
pagamento della loro tangente con lassegnazione di un altro termine perentorio di
dieci giorni; in caso di ulteriore contumacia veniva ordinato al camarlingo di consegnare
le liste dei morosi al tribunale che provvedeva contro i medesimi a forma degli artt.29 e
30 della Legge dell8 agosto 1826, facendo loro sperimentare il privilegio del
Braccio Regio ( i poveretti finivano dunque in prigione). Alcuni cercavano comunque di
sfuggire alla tassazione, ma i più trovavano questa unottima soluzione che
permetteva loro di rimanere a casa ad accudire alle faccende private. Dopo aver assegnato
il premio a colui che era stato arruolato alle bandiere, veniva redatto il
rendimento dei conti. Col tempo, forse anche per laumentare del numero di teste
richieste da parte delle Direzione Generale dellArruolamento militare, divenne
sempre più difficile rintracciare le reclute "volontarie" finendo così col
dover pagare anche un "cacciatore di teste" capace di consegnare alle bandiere
il quantitativo imposto alla comunità.
Si finì così per adottare il metodo
della tratta per gli arruolamenti a partire dal 1843 . Nelladunanza in cui
veniva reso noto il numero delle reclute assegnato alla comunità ed era redatta la lista
alfabetica dei giovani che per la loro età dovevano essere compresi
nellarruolamento dellanno corrente, si stabilivano anche il giorno, lora
ed il luogo in cui sarebbe avvenuta la tratta dei coscritti. Il giorno della tratta, prima
si definiva la lista alfabetica dei giovani compresi nellarruolamento e poi si dava
inizio allestrazione a sorte dei coscritti, da parte del gonfaloniere, e dei numeri,
da parte dello stesso estratto o di un familiare dellestratto (ad es. il padre) o
del gonfaloniere. Il caso dunque determinava labbinamento delle persone ai numeri
"fatali" corrispondenti alle reclute da consegnare alle bandiere
(allinizio i soli numeri 1, 2, 3, poiché tre era, sino al 1847, la quota richiesta
dalle Direzione dellarruolamento militare). Coloro che avevano estratto il fatidico
numero dovevano presentarsi all
«ispezione fisica e misura» durante la quale erano sottoposti alla misura
della loro altezza e ad un esame medico per comprovarne lidoneità al mestiere
delle armi. Ecco la ragione dell'esistenza, all'interno della filza contenente il
carteggio con la direzione generale dell'arruolamento militare del Prospetto delle
imperfezioni fisiche che escludono dal servizio militare (A.S.C.V.
pre-unitario, VIII / 322) che doveva essere di sussidio ai medici eletti dalla
Deputazione per la prima visita delle reclute che solitamente veniva operata nei locali
usualmente utilizzati per le adunanze magistrali della Comunità. Passata la visita, si
ordinava ai coscritti di presentarsi, entro il termine di dieci giorni, al Comando
militare della Piazza di Firenze, dove sarebbero stati sottoposti ad un'ulteriore e
definitiva ispezione fisica, «in persona o per mezzo di cambio che li rappresenti». Il
sistema del «cambio», in effetti, era particolarmente in uso: il giovane che aveva avuto
la sfortuna di pescare il numero sbagliato poteva comunque ovviare allinconveniente
trovando un altro giovane disposto a prendere le sue veci, ovviamente in cambio di una
certa cifra. Molto frequenti erano le Consorterie per il riscatto di quelli che dalla
sorte erano stati destinati al servizio delle armi.
Nel 1853 la Deputazione fu soppressa
e le sue competenze passarono ai Consigli di reclutamento. |
|